La diagnosi si basa sulla visita dermatologica, sulle osservazioni in fluorescenza con lampada di Wood e su una serie di esami di laboratorio, indispensabili non solo per risolvere i casi difficili, ma per definire l’eziologia e comprendere la patogenesi delle malattie cutanee. Con il progresso delle conoscenze e delle tecnologie, il numero di esami disponibili è considerevolmente aumentato anche in dermatologia.
LAMPADA DI WOOD
La lampada di Wood si avvale di una luce ultravioletta che eccita la fluorescenza di alcuni tessuti parassitati da dermatofiti (squame parassitate nella tigna) o da lieviti (squame delle lesioni della pitiriasi vessicolor). Essa risulta utile anche nella diagnosi di eritrasma e di lesioni ipo ed iperpigmentarie della pelle.
ESAME COLTURALE PER RICERCA PATOGENI
Questo esame deve sempre completare la diagnosi clinica di dermatomicosi. L’agente causale viene evidenziato per mezzo della coltura (ad esempio sul terreno di Sabouraud), la quale permette un’identificazione precisa della specie responsabile delle lesioni, ma richiede da due a tre settimane, e talvolta anche di più;
dall’esame diretto delle squame, che può essere condotto secondo modalità che non consentono, tuttavia, l’identificazione precisa della specie dermatofica in causa. Si tratta di raccogliere alcune squame, il più possibile fini, mediante trattamento preferenziale del margine eritematopapuloso della lesione con una lama di bisturi o una curette smussa, e di disporle al centro di un vetrino portaoggetti.
A questo punto si possono ricoprire le squame con una soluzione di KOH al 10-20%, quindi si appone un vetrino coprioggetti esercitando una lieve pressione; infine si osserva il preparato in microspia-luce con diaframma aperto a due terzi. I filamenti miceliali appaiono come formazioni tubolari, settate, di colore giallastro o verdastro. Le spore e i lieviti sono arrotondati od ovalari, e la loro parete è ben visibile. Questo metodo è rapido, ma richiede occhio particolarmente esercitato.